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PROBLEMI DI STAGIONE: LA PROCESSIONARIA DEL PINO

Le insolite temperature di questi giorni hanno risvegliato anticipatamente dalla diapausa, questi pericolosi e voraci artropodi...

Le insolite temperature di questi giorni hanno risvegliato anticipatamente dalla diapausa, questi pericolosi e voraci artropodi. Scendono dai loro nidi, grandi gomitoli ovali di seta situati in cima ai pini e, rigorosamente in fila indiana, come se stessero facendo una processione, da qui il nome, si dirigono alla ricerca di nuovi alberi da defogliare.

Nidi della processionaria del pino

La processionaria è per l’appunto un artropode che appartiene all’Ordine dei Lepidotteri, alla Famiglie della Notodontidae ed al Genere Thaumetopoea. Le specie maggiormente conosciute in Italia sono due: quella del pino (Thaumetopoea pityocampa) e quella della quercia (Thaumetopoea processionea) più piccola e meno comune.

Di seguito ci soffermeremo su quella del pino il cui ciclo biologico in breve, si può riassumere come segue.

Verso fine settembre, nei nidi seriacei sulle chiome dei pini, avviene la schiusa delle uova che possono arrivare sino a 300. Subito dopo, le larve, simili a bruchi ricoperti di peli color ruggine (particolarmente urticanti), iniziano a cibarsi voracemente degli aghi circostanti spostandosi di ramo in ramo e vivendo in nidi provvisori.

All’incirca nel mese di ottobre, con l’avvicinarsi del periodo invernale, iniziano a costruire il caratteristico nido all’interno del quale passeranno la stagione fredda per poi riprendere, in primavera, la loro attività di defogliazione.

Tra la fine di aprile e l’inizio di maggio scendono dagli alberi in cerca del luogo ideale per interrarsi in profondità (10/15 cm.) e compiere la metamorfosi che da crisalide le trasformerà, verso fine agosto, in falene (farfalle). Quest’ultime a loro volta, individuate le piante giuste deporranno le uova in un unico ammasso, chiudendo di fatto il ciclo e dando vita ad una nuova generazione.

Processionaria

Le processionarie sono insetti la cui presenza merita attenzione sia per i danni che cagionano alle piante che per quelli potenziali che potrebbero causare ad animali, persone e/o bambini nel caso in cui accidentalmente ne entrassero a contatto. Le piante aggredite subiscono un grave indebolimento in termini di defogliamento e divengono più esposte all’attacco di parassiti secondari: pino silvestre e pino nero sono quelle predilette. Agli animali invece un contatto accidentale con la lingua causa improvvisa salivazione e rigonfiamento della stessa nonché possibile soffocamento e necrosi dei tessuti oltre a febbre, vomito e diarrea emorragica. Per l’uomo il contatto con pelle e mucose può causare reazioni cutanee, arrossamenti, congiuntiviti, mal di gola fino addirittura a shock anafilattico nelle persone particolarmente sensibili. La lotta alla processionaria in Italia è obbligatoria per legge così come disposto dal Decreto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali n. 30 ottobre 2007 – disposizioni per la lotta obbligatoria contro la processionaria del pino Traumato campa (Thaumetopoea) pityocampa (Den, et Schiff).

Tra i metodi a disposizione per combatterla possiamo annoverare: la distruzione dei nidi mediante rimozione manuale, la disinfestazione ambientale mediante insetticidi biologici oppure l’uso di trappole meccanica a cattura massiva. E’ opportuno una valutazione caso per caso, volta al fine di adottare la metodologia di intervento più appropriata.

Giuseppe Pecoraro
Pulimac 3 srl